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lunedì 23 novembre 2020

40 anni fà terremoto in Irpinia, una ricostruzione infinita

 


Paesi bellissimi e suggestivi rasi al suolo, una tragedia umana enorme segnata da quasi tremila morti, più di ottomila feriti e 300mila senzatetto: sono passati quarant'anni da quel terribile terremoto di magnitudo 6.9 (decimo grado della scala Mercalli all'epicentro) che alle 19.34 del 23 novembre 1980 colpì la Campania e la Basilicata, lasciandole profondamente martoriate, e allungò la sua onda fino alla Pianura Padana a nord e alla Sicilia a sud. Simbolo di quella tragedia resta il crollo del soffitto della Chiesa Madre di Balvano (Potenza) che seppellì 66 persone, per la maggior parte bambini e ragazzi, di fatto cancellando una generazione del paese.




Oggi in quei territori la ricostruzione è quasi completata, ma la ricorrenza del 40/o anniversario restituisce ricordi drammatici.

                                

Non solo per i lutti e le rovine che quel terremoto provocò: ma anche per i gemiti che nei giorni successivi al terremoto continuavano a salire dalle macerie a causa dei ritardi nei soccorsi, che l'allora presidente della Repubblica Sandro Pertini denunciò con voce alta e fermissima. E ancora, per l'esasperante lentezza che ha accompagnato il processo di ricostruzione delle case, mentre continuava a risuonare il lamento degli sfollati, accampati via via, con l'imperversare del freddo e della neve, dapprima nelle tende e nei vagoni ferroviari, poi nelle roulotte, poi nei container, fino a quando un prefabbricato sembrò un'abitazione vera, per quanto precaria. E, infine, per le ruberie di tanti sciacalli, scolpite in decine di inchieste giudiziarie, che hanno allungato le mani sulle ingentissime risorse stanziate dallo Stato - oltre 50mila miliardi di lire, risulta nella relazione conclusiva presentata nel 1991 dalla Commissione parlamentare d'inchiesta, presieduta da Oscar Luigi Scalfaro - ridimensionando ai minimi termini, in particolare, il futuro di sviluppo industriale che era stato disegnato per quelle aree.

Nell'immediato dopo terremoto, di fronte alle immagini di disperazione, di precarietà e di bisogno che le televisioni diffusero in tutto il mondo, si avviò finalmente la macchina dei soccorsi, guidata da Giuseppe Zamberletti (morto il 26 gennaio dello scorso anno), nominato Commissario straordinario del Governo. Fu la premessa di una moderna struttura di Protezione Civile, di cui dispone oggi il Paese, in cui Stato, Regioni ed Enti locali sono chiamati a fare sistema. Un impulso prezioso per intraprendere un cammino di rinascita arrivò dalla generosità e dalla solidarietà degli italiani e di tanti Paesi esteri; dall'azione costante dei sindaci e degli amministratori locali, ai quali furono delegate molte competenze; dall'intervento delle forse armate, della Chiesa e del volontariato.

                              

In quella drammatica emergenza, anche la classe politica seppe ritrovarsi compatta e in tempi rapidi fu approvata la legge 219 (maggio 1981) per la ricostruzione delle case nei complessivi 506 comuni danneggiati delle province di Avellino, Benevento, Caserta, Matera, Foggia, Napoli, Potenza e Salerno, ma anche per lo sviluppo industriale di quelle aree. L'opera di recupero del patrimonio edilizio, sia pure tra ritardi e lentezze e con tempi diversi da provincia a provincia, è stata quasi ultimata sia in Campania, sia in Basilicata, mentre la prospettiva di sviluppo industriale è rimasta per gran parte inattuata. Solo pochissime aziende sono in attività, molte imprese sono state dichiarate fallite qualche tempo dopo aver percepito i contributi pubblici, quasi la metà delle concessioni industriali è stato via via revocata, solo una piccola parte delle risorse finanziarie è stata recuperata.
Sulle macerie del terremoto del 1980 è nata, infine, l'Università della Basilicata, pensata come modello di eccellenza per l'intero mezzogiorno, ma che si propone anche l'obiettivo di fermare, o almeno rallentare, l'emigrazione giovanile dal sud verso altre aree del Paese e verso l'estero.

"Io a voi, ragazzi della Basilicata - disse nel 1991 l'allora Presidente della Repubblica Francesco Cossiga nell'aula magna dell'Ateneo - vorrei rivolgere un invito: il mio invito è ad avere il coraggio di rimanere in questo sfortunato Mezzogiorno, e in questa povera vostra terra di Calanchi".









sabato 21 novembre 2020

Covid: Russia, nuovo picco di contagi in 24 ore

 


In Russia si registra un nuovo picco sia di nuovi casi sia di vittime del Covid-19. Stando ai dati del centro operativo nazionale anti coronavirus, nelle ultime 24 ore nel Paese sono stati accertati 467 decessi provocati dalla malattia e 24.822 nuovi contagi: si tratta dei numeri più alti finora registrati in un solo giorno dall'inizio dell'epidemia.

Il totale dei contagi sale così a 2.064.768. Le vittime, stando ai dati ufficiali, sono in tutto 35.778. Nella sola Mosca, nel corso dell'ultima giornata si sono registrati 7.168 casi di Covid-19 e 74 decessi. Lo riportano le agenzie Tass e Interfax.

sabato 14 novembre 2020

Coronavirus, Css: "Iniziale ma chiara decelerazione della curva dei contagi"

 


Iniziamo a vedere un "effetto delle misure intraprese con i vari Dpcm: c'è una iniziale, ma chiara decelerazione della curva dei contagi". Lo ha detto il presidente del Consiglio superiore di Sanità, Franco Locatelli, spiegando che da quattro giorni c'è un rallentamento della pressione sulle terapie intensive. Cresce l'età mediana delle persone che hanno contratto il virus. Intanto nel mondo superata la soglia degli 1,3 milioni di morti.
Apre a Milano il drive through più grande d'Italia. Allestito dall'Esercito, consente di effettuare 500 test rapidi al giorno. Sarà operativo dal lunedì al sabato, dalle 8 alle 14. Come prova generale, venerdì e sabato verrà sottoposto ai test il personale di protezione civile e di polizia locale. Da lunedì anche gli studenti e il personale scolastico potranno fare il tampone. "L'utilizzo prioritario sarà per le scuole, ma, se ci saranno gli spazi, apriremo anche ai pazienti sintomatici prenotati dai medici di medicina generale", ha spiegato il direttore generale dell'Ats di Milano, Walter Bergamaschi.

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