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venerdì 5 maggio 2023

Grande Napoli campione d'Italia

 


Pareggiando 1-1 in casa dell'Udinese il Napoli è campione d'Italia a cinque giornate dal termine. Al gol di Lovric nel primo tempo ha risposto ad inizio ripresa Victor Osimhen. Il gol del pareggio che ha significato la matematica certezza della vittoria dello scudetto e la festa dei tifosi napoletani.

Scontri si sono verificati in campo quando alcune decine di tifosi dell'Udinese sono scesi in campo dove era in corso una pacifica invasione di campo da parte dei tifosi del Napoli. Dopo qualche scaramuccia con i supporter azzurri che si sono ritirati e l'azione delle forze dell'ordine, la situazione è tornata lentamente alla normalità.

Nella notte una persona è morta a Napoli e altre 6 persone sono rimaste ferite durante i festeggiamenti. Secondo quanto apprende l'ANSA, un 26enne è morto in seguito a un colpo di arma da fuoco. Altre tre persone sono rimaste ferite da colpi d'arma da fuoco e tre dall'esplosione di petardi. Questi ultimi, tutti feriti alle mani, sono stati ricoverati al Vecchio Pellegrini. 

Il momento è arrivato, il Napoli è campione d'Italia per la terza volta nella sua storia. Il Friuli, pur se quasi tutto addobbato d'azzurro, non è il Maradona, ma va bene lo stesso, perchè finalmente la vera festa per lo scudetto può finalmente cominciare. Il Napoli è dovuto arrivare fino a Udine per mettere il sigillo ad una stagione mirabolante, straordinaria, conquistando contro l'Udinese, e non senza fatica, il punto decisivo, a cinque giornate dal termine. La rete a inizio ripresa di Osimhen - e chi se no? - ha annullato quella nel primo tempo di Lovric e ha messo fine alla spasmodica attesa per l'inizio delle celebrazioni e dal Nord Est alla Campania, ma anche in tutta l'Italia dove c'è un cuore azzurro. Il fischio finale ha aperto il sipario su una notte indimenticabile, che sarà comunque il prologo di un programma di festeggiamenti che culminerà il 4 giugno, con l'ultima giornata di campionato. Dopo aver mancato il match point domenica scorsa contro la Salernitana, che avrebbe regalato alla squadra di Luciano Spalletti il primato assoluto di laurearsi campione con sei giornate d'anticipo, il Napoli ha rischiato anche alla Dacia Arena di dover rimandare ancora l'appuntamento con lo storico traguardo che si è costruito con una stagione eccezionale per qualità del gioco, continuità e furore agonistico, che non poteva non lasciare qualche strascico.

Per saltare l'ultimo ostacolo, Spalletti ha messo in campo la squadra migliore possibile, considerate anche le assenze di Mario Rui e Politano, con Ndombele titolare a centrocampo al posto di Zielinski ed Elmas schierato in attacco con i fuoriclasse Osimhen e Kvaratskhelia. In un copione prevedibile, con gli azzurri in costante controllo del gioco e l'Udinese molto coperta, Osimehn è stato subito tra i più attivi, ma alla prima occasione a sbloccare il risultato sono stati i bianconeri, al 13', con Lovric lasciato libero in area di mirare e centrare la porta alla sinistra Meret. Dopo un momento di sbandamento, il Napoli si è rigettato in avanti e sè è quasi procurato un rigore con Kvara per un contrasto giudicato però regolare da Abisso e dal check al Var. Sotto la spinta della stragrande maggioranza dei 25mila tifosi, senza contare i 50mila al Maradona, gelati dalla rete di Lovric, gli azzurri hanno ancora aumentato il possesso palla, ma senza creare vere occasioni ed è stato piuttosto Lovric a mettere ancora in difficoltà Meret con un tiro da fuori area. Nella ripresa, Spalletti ha aspettato prima di modificare qualcosa, dando fiducia ai suoi e ha avuto ragione. Al 7', in un'azione finalmente degna del miglior Napoli, i due trascinatori della squadra hanno messo insieme la rete del pareggio: un tiro di Kvaratskhelia respinto da Silvestri ha offerto l'occasione a Osimhen per la sua 22/a rete in campionato. 

Il gol del nigeriano ha dissipato le nubi del dubbio, della paura, facendo esplodere la Dacia Arena, e di riflesso il Maradona, in un boato continuo durato minuti, con decine di fumogeni stati accesi e centinaia di bandiere sventolanti. La partita è continuata, ma la cronaca si è fermata lì, lasciando spazio alla storia, alla gloria per il condottiero Spalletti e la sua squadra, che si affianca a leggende come il grande Torino del 1948, proprio nel giorno del ricordo della tragedia di Superga nel 1949 e la Fiorentina 1956, e poi all'Inter 2007 e alla Juventus 2019, le sole finora a vincere lo scudetto a cinque giornate dal termine. Immediata è stata l'invasione di campo, con i calciatori e il tecnico travolti da una folla festante. Da 33 anni si aspettava questo momento, anche nel nome e nel ricordo di Diego Armando Maradona. 

Fuochi d'artificio, botti, fumogeni, clacson e trombette: Napoli è in delirio - il rumore è assordante - al fischio finale della partita di Udine che ha assegnato alla squadra di Spalletti il terzo scudetto della sua storia. Lo stadio Maradona, dove cinquantamila tifosi si sono riuniti per guardare il match sui maxi-schermi è letteralmente esploso. Ma alle stesse scene di giubilo si assiste ovunque in città, il cui centro è off limits alle auto e presidiato dalle forze di polizia, a cominciare dal largo Maradona, ai Quartieri Spagnoli, tempio laico del tifo azzurro. "Una giornata storica, grazie Napoli", dice una tifosa piangendo.

"Finalmente! Gli azzurri hanno vinto uno scudetto stra-meritato per gioco, passione e mentalità. Una squadra di giovani talenti, una società sana e un pubblico di tifosi straordinari: un mix vincente che rappresenta soltanto l'inizio di un ciclo di successi. Tutta Napoli, con gioia e responsabilità, ha sostenuto i giocatori: una squadra e una città vincenti oggi e in futuro. La visione e la programmazione a lungo termine pagano, a noi il compito di continuare a tenere sempre alto il nome di Napoli". Così il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi subito dopo aver assistito allo stadio Maradona alla vittoria matematica dello scudetto.

Scudetto Napoli: cori, bandiere e fumogeni all'esterno dello stadio Maradona


martedì 2 maggio 2023

Francia: primo Maggio, 108 agenti feriti e 291 arresti

 


Almeno 108 agenti di polizia e gendarmi sono stati feriti in Francia durante le manifestazioni del Primo Maggio. Di questi, "una ventina" è stata colpita soltanto a Parigi. Lo ha dichiarato il ministro dell'Interno francese Gerald Darmanin, aggiungendo che 291 persone sono state arrestate in tutto il Paese, di cui 90 nella capitale. Un tale numero di poliziotti feriti "il giorno del Primo Maggio è estremamente raro", ha proseguito il ministro dell'Interno, "condannando fermamente questa violenza".
Grossi petardi sono stati lanciati contro la polizia da decine di manifestanti vestiti di nero che precedevano la testa del corteo per il primo maggio in partenza da Place de la République, sotto una pioggia battente. Diverse attività commerciali sono state danneggiate, tra cui agenzie bancarie e immobiliari, negozi e arredi urbani.

"Il prefetto, visti i danni, ha deciso di intervenire sul pre-corteo per porre fine agli incidenti e separare i manifestanti violenti dal corteo sindacale", ha dichiarato la polizia. Il corteo dovrebbe raggiungere Place de la Nation. Centinaia di migliaia di persone si sono radunate in massa in Francia nel giorno della festa del lavoro per sfogare la loro rabbia contro la riforma delle pensioni del presidente Emmanuel Macron, con i sindacati che hanno promesso di non smettere di lottare anche dopo la firma della legge. I sindacati sperano in una grande affluenza in tutta la Francia in modo da innervosire ulteriormente Macron, che è stato accolto da schiamazzi e insulti mentre girava il Paese per difendere le riforme e rilanciare il suo secondo mandato.

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