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martedì 26 febbraio 2019

Duro sfogo di Drupi: “C’è un limite all’ipocrisia. Molti vantano amicizi...



Dopo la proiezione del film su Mia Martini, in molti hanno dedicato un pensiero alla cantante scomparsa, biasimando gli abusi verbali che lei ha dovuto sopportare. Il collega Drupi, però, giudica questo rimprovero tardivo e, sulle pagine del settimanale Oggi, ha accusato molti di loro di cavalcare la fama di Mimì, cancellando le proprie colpe e professandosi suoi amici.

"C'è un limite all'ipocrisia dei brutti stronzi che vantano amicizie immaginarie. Ormai è pieno. Ora tutti la conoscevano, tutti le erano amici. E cavalcano l'onda. Quando a frotte all'epoca, nell'ambiente, la schifavano: entrava in sala di registrazione e si toccavano gli attributi per fare gli scongiuri, oppure la chiamavano 'L'Innominabile'. Forse dovrei tacere per non fare anche io la figura di quello che... Ma è uno sfogo d'istinto che le devo"

Drupi racconta di essere debitore nei confronti della cantante. Grazie a lei, anche se indirettamente, ha mosso i suoi primi passi nel mondo della musica.

"Era il 1973. Io, agli inizi, sconosciuto, bazzicavo la Ricordi a Milano, ma stavo quasi per mollare il colpo. Mia all'epoca era la regina dell'etichetta. Un giorno mi chiesero di incidere il provino del pezzo che lei avrebbe dovuto portare a Sanremo: 'Vado via' di Riccardi-Albertelli. Alla fine però non se la sentì di andare e i discografici mi dissero: 'Perché non ci mandiamo quel ragazzino che ha fatto il provino?'"

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