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mercoledì 18 luglio 2018

Thailandia: i ragazzi della grotta sono fuori dall’ospedale

Dimessi dall’ospedale i giovani calciatori salvati dalla grotta di Tham Luang con il loro allenatore hanno tenuto una conferenza stampa per raccontare la loro avventura


«Quando abbiamo visto i soccorsi, abbiamo pensato fosse un miracolo». «Per nove giorni abbiamo bevuto solo acqua piovana, avevamo fame». Sono state queste le prime parole di alcuni dei dodici ragazzi rimasti intrappolati per 18 giorni nella grotta di Tham Luang, in Thailandia, all’uscita dall’ospedale. I «cinghialotti» della squadra di calcio «Wild Boar», sono stati dimessi mercoledì 18 luglio, dopo otto giorni di ricovero, e sono apparsi in buona salute e sorridenti (il miracolo è stato averli tirati fuori così rapidamente). «Il primo giorno non abbiamo sentito nessun cambiamento nel nostro corpo, poi abbiamo cominciato ad avvertire qualcosa...», ha raccontato un altro. «Cercavamo di non pensare alle cose da mangiare, al riso fritto. Abbiamo potuto bere le goccioline d’acqua che scendevano dalle pareti», hanno affermato, ricordando come — a più riprese — hanno scavato nelle pareti della caverna, in cerca di una via d’uscita. «Abbiamo provato a scavare» una via d’uscita «perché non volevamo stare solo ad aspettare che le autorità ci salvassero», ha detto Ekkapol Chantawong, l’allenatore che era con loro. Tutti vestiti con la divisa della squadra, hanno raccontato che la decisione di entrare nella grotta sia stata presa all’ultimo, tanto che i ragazzi si sono scusati con i genitori per «essere stati birichini», avendo detto loro che sarebbero solo andati all’allenamento di calcio. Si sono detti tristi e in colpa per la morte del volontario Saman Gunan, l’ex Navy Seal che ha perso la vita per mancanza di ossigeno nella preparazione dell’operazione di recupero, e quattro di loro hanno dichiarato che il loro sogno sarà quello di diventare Navy Seal in futuro.


Un team di psicologi ha valutato le domande inviate in anticipo per decidere quali sono sottoporre ai ragazzi da un moderatore in diretta tv e quali no. L’obiettivo delle autorità è quello espresso da un portavoce del governo: «Vogliamo ridurre la curiosità del pubblico», ha detto Sansern Kaewkamnerd. «Organizziamo questo incontro stampa in modo che, dopo, i ragazzi possano tornare alle loro vite normali».

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