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domenica 1 aprile 2018

Vodafone, rincari folli e aumenti a partire da luglio: ma è davvero tutto regolare?

Quali sono i diritti dei consumatori, se un operatore può cambiare i termini del contratto quando e come vuole? I rincari folli di Vodafone. Quale difesa?


Sta facendo discutere la decisione diVodafone di applicare, a partire dal mese di luglio, una serie di rincari e aumenti, senza possibilità di contropartita. La domanda che molti consumatori si pongono è se sia legale che un operatore telefonico possa cambiare tranquillamente i termini di un contratto stipulato, quando e come vuole. La questione non è di poco conto: quali tutele hanno gli utenti? Cosa si può fare se si sottoscrive un contratto che viene poi cambiato (con rincari) il mese successivo? Che senso ha, allora, firmare un contratto se non viene rispettato da uno dei contraenti? I rincari folli della Vodafone, annunciati a partire da giugno-luglio, stanno suscitando grandi polemiche. Cerchiamo di chiarire un po’ i termini della questione.

Rincari Vodafone: ecco gli aumenti a partire da luglio

Vodafone ha pronti dei rincari per il mese di giugno-luglio e si tratta di percentuali ragguardevoli, sia per quanto concerne il fisso, sia per quanto concerne il mobile:

rete fissa – secondo quanto riportato da Vodafone stessa, “a causa delle mutate condizioni di mercato” tutti coloro che hanno un piano tariffario di rete fissa subiranno un rincaro da 1,50 a 2 euro, la motivazione è che soltanto in questo modo è possibile mantenere la qualità del servizio

rete mobile – il discorso è il medesimo, come il richiamo alle differenti condizioni di mercato e alla necessità di mantenere alti gli standard qualitativi del servizio, anche in questo caso gli aumenti varieranno da 1,50 a 2 euro.

A questo punto, ci si chiede se tutto questo sia regolare, se in parole semplici un operatore, nonostante faccia firmare un contratto, possa variarlo a suo piacimento (perché è chiaro che le variazioni avvengano sempre a favore dell’operatore) senza andare in contro a nessuna sanzione. Insomma, quali sono i diritti dei consumatori in questo settore?

Aumenti Vodafone: quali sono le tutele per i consumatori?

Riguardo ai rincari Vodafone, vale il medesimo discorso di tutti gli altri operatori. Come abbiamo visto, alcune mosse sono state contrastate dall’Antitrust (come la fatturazione a 28 giorni), ma è anche vero che le multe comminate erano ridicolmente basse (assolutamente sostenibili da parte degli operatori), per cui per molti utenti è sembrata la classica beffa che si aggiunge all’inganno. Ma non è tutto. Un’altra questione riguarda il modem: perché occorre utilizzare necessariamente quello “imposto” dall’operatore? Perché alcuni gestori addirittura obbligano l’utente a pagare ancora il “fitto”, nonostante si sia recesso dal contratto? E poi: perché occorre inviare una raccomandata A/R (con dispendio di tempo e denaro), in piena età informatica, quando basterebbe una email o una PEC?

La motivazione è molto semplice: allo stato della normativa, lo spazio di manovra di Agcom e Antitrust è davvero ridotto. L’unico modo per risolvere la situazione sarebbe l’intervento del legislatore, il quale però sembra essere sempre estremamente “tiepido” nei confronti dei colossi della telefonia, che, al momento, possono muoversi come meglio credono, incorrendo soltanto raramente in sanzioni (spesso poco influenti).

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