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sabato 22 settembre 2018

Alberto Angela a Pompei: "Gli scavi di notte come non li avete mai visti"



"È una grande sfida trasmettere in prima serata un programma dedicato ai beni culturali, credo sia la prima nella storia della tv pubblica". E' Emozionato Alberto Angela: cinque settimane di riprese notturne, centinaia di ore di girato durante questa primavera. E poi scene riprese a Cinecittà e negli studi virtuali della Rai. Ecco “Stanotte a Pompei”, uno straordinario racconto che Alberto Angela propone sabato 22 settembre alle 21 su Rai Uno. Un viaggio alla scoperta delle città sepolte dall’eruzione del Vesuvio nel 79 dopo Cristo nel silenzio della notte, quando i cancelli dei siti archeologici di Pompei, Ercolano, Stabiae e Oplontis e del Museo archeologico nazionale di Napoli sono chiusi.

Un modo unico per apprezzare atmosfere, capolavori e testimonianze della vita romana di duemila anni fa. Il programma di Francesca Marcelli e Aldo Piro con la regia di Gabriele Cipolliti è stato realizzato interamente da maestranze Rai di Roma e del Centro di produzione di Napoli diretto da Francesco Pinto. Rai Uno con il direttore Angelo Teodoli presenta assieme a Paolo Giulierini nelle sale del Museo archeologico nazionale di Napoli la trasmissione che va domani sera in prima serata, con l’ambizione di ripetere i successi di ascolto delle precedenti trasmissioni della squadra di Albero Angela dedicate alle bellezze del patrimonio culturale italiano.


E quando Giulierini gli consegna la spilla che lo nomina ambasciatore del Mann nel mondo, Angela sorride e dice: "Già sono cittadino onorario di Napoli, ora mi fate ambasciatore, vuol dire che mi devo trasferire qui". Poi la sorpresa dell'olio solidificato scoperto da Angela in una bottiglia di vetro conservata al Museo archeologico nazionale di Napoli (e proviente da Ercolano) mentre il conduttore stava lavorando nei depositi del museo. Una sorpresa mostrata nel corso della presentazione di "Stanotte a Pompei": il reperto è studiato dagli esperti del dipartimento di Agraria dell'Università Federico II di Napoli.

“Stanotte a Pompei” non poteva che partire dalla sommità del Vesuvio, dal cono del vulcano, dove Angela si è calato per raccontare uno scenario diverso da quello che vedevano i pompeiani prima della catastrofe: il Vesuvio non aveva affatto la forma attuale. Ad accompagnare il conduttore nel suo tour al chiaro di luna negli scavi ecco la soprano armena Maria Sardaryan che nel Teatro piccolo degli scavi canta l’aria “La regina della notte” dal Flauto magico di Mozart che proprio a Pompei oltre 250 anni fa trovò ispirazione per la sua opera. E poi Giancarlo Giannini che leggerà i passi delle lettere di Plinio il Giovane a Tacito, con la descrizione accurata delle fasi dell’eruzione e il racconto della tragica morte di suo zio, Plinio Seniore, sulla spiaggia di Stabiae, interpretato nelle scene ricostruite con attori da Ivano Marescotti. Il racconto di Angela intreccia riprese dal vero e scene di vita romana con attori girate in uno studio virtuale e poi “montate” sulle immagini reali di Pompei. Così come vengono riproposte le contate ore dell’eruzione, utilizzando i set di Cinecittà.

E poi le eccezionali riprese con il drone propongono sguardi inediti sui siti vesuviani. Al direttore della fotografia Pietro Emozione il compito di ricreare suggestioni e atmosfere di una città romana di notte, che poteva contare o sulla Luna o sulla luce di fiaccole e lucerne. Sul set con Angela anche l’attore Marco D’ Amore e poi un maestro della fotografia come Vittorio Storaro, vincitore di tre premi Oscar: con lui il conduttore si ritrova nella celebre stanza della Villa dei Misteri per riflettere proprio sul rapporto tra luce, affreschi e ambienti in epoca romana.

E ancora il genio di Uto Ughi che confessa di voler tenere un concerto negli scavi e suona il violino nel Teatro piccolo. Non potevano mancare i calchi dell’Orto dei fuggiaschi, l’insula dei Casti Amanti, il lupanare, via dell’Abbondanza, i nuovi scavi nella Regio V, le Terme di Ercolano, Villa San Marco a Stabiae, la villa di Oplontis. E poi quell’incredibile scrigno d’arte e cultura che è il Museo archeologico nazionale di Napoli senza il quale la storia di Pompei non si riesce a comprendere a pieno, con i suoi gioielli, gli affreschi, gli oggetti di uso quotidiano scavati dai Borbone e là conservati. 

“La notte è l'unico momento possibile per filmare le sale vuote o i reperti preziosi fuori dalle vetrine perché non ci sono visitatori – dice Alberto Angela - ma di notte musei e scavi cambiano volto. Siete solo voi davanti ai capolavori immersi nel silenzio, in un'atmosfera di intimità. Ho sempre voluto trasmettere e regalare questa atmosfera che ho respirato ai telespettatori”. Appuntamento con “Stanotte a Pompei” sabato 22 settembre ore 21 su Rai Uno.

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