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giovedì 15 novembre 2018

Roma: single, diventa mamma a 62 anni: "Mi basta portare mia figlia ai 18 anni"


Rimasta incinta grazie alla fecondazione in vitro, ha partorito mercoledì all'ospedale San Giovanni di Roma una bambina di 3 chili e 200 grammi perfettamente in salute. Nulla di strano, se non fosse che la neomamma è una donna single 62enne, e che per l'impianto dell'embrione si è rivolta a una struttura albanese: non solo perché in Italia questa pratica è vietata, ma anche perché la donna ha superato i limiti di età previsti nel nostro Paese.

La donna, di professione infermiera, ha infatti fatto ricorso all'embriodonazione: ha cioè "adottato" l'embrione soprannumerario (vale a dire prodotto ma non impiantato) di una coppia che si era precedentemente sottoposta a tecniche di procreazione medicalmente assistita. Si tratta di una pratica che non è consentita nel nostro Paese ma che invece viene utilizzata in altre nazioni europee come ad esempio la Spagna o l'Albania.

Altro paletto per la 62enne era l'età: sebbene infatti la legge 40 del 2004 sulla procreazione assistita non fissi limiti precisi (parlando genericamente di un divieto dopo la menopausa), specifica però che le regioni possono farlo. E nel Lazio l'età limite è di 43 anni per le strutture pubbliche e 50 per quelle private. Ma anche se avesse avuto 12 anni in meno, la neomamma, essendo single, non avrebbe comunque potuto accedere alla procreazione assistita perché la legge la precludea chi non è in coppia.

Al Messaggero, la donna racconta di aver "aspettato per anni l'uomo giusto, poi mi sono decisa" a diventare mamma comunque. E spiega che per diventare madre "non esiste l'età giusta, la vita si è allungata, ci sono più opportunità". E di fronte alla prospettiva di diventare una mamma-nonna, di morire quando la figlia è ancora giovane, taglia corto: "A me basta che questa bimba arrivi con me ai 18 anni, poi potrà camminare da sola. Perché i figli devono essere indipendenti".

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