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martedì 30 aprile 2019

Sergio Leone, biografia e film del grande regista



"Per me lo spettacolo più bello è quello del mito e il cinema è mito", diceva Sergio Leone e ancora: "I personaggi di Omero sono gli archetipi degli eroi del West. Ettore, Achille, Agamennone non sono altro che gli sceriffi, i pistoleri e i fuorilegge dell'antichità". Nacquero così gli "spaghetti western" che cominciarono con la celebre trilogia del dollaro: Per un pugno di dollari, Per qualche dollaro in più e Il buono, il brutto e il cattivo. E diventarono, anche grazie alle colonne sonore firmate dal suo "amico magico" Ennio Morricone, pietre miliari della storia della musica e del cinema, come il tema di C'era una volta in America, vera epopea dei nostri giorni. Nato a Roma nel 1929, Sergio Leone è stato attore, sceneggiatore e produttore, oltre che regista: nonostante abbia firmato la regia solo di 7 film (dal 1961 al 1984), ha profondamente influenzato la storia del cinema. La sua era una storia già segnata: il padre Vincenzo (nome d'arte Roberto Roberti) era un regista del cinema muto e la madre, Bice Valerian, un'attrice. Il suo esordio è stato sul set di Ladri di biciclette di Vittorio De Sica, dove era una comparsa. In seguito, è stato a lungo aiuto regista di Mario Bonnard, poi del Ben Hur di William Wyler. Il primo lungometraggio è Il colosso di Rodi (1961). Nel 1964, è la volta di Per un pugno di dollari, firmato con lo pseudonimo di Bob Robertson in omaggio al padre, con cui crea una nuova via al western. Il film riscuote un grande successo contro ogni aspettativa tanto da suscitare l'ira di Akira Kurosawa, che accusa Leone di aver plagiato il suo La sfida del samurai e ottiene una percentuale sui diritti. A Per un pugno di dollari deve la sua popolarità Clint Eastwood nella veste dell'Uomo senza nome (The Man With No Name), uno dei più grandi personaggi cinematografici di tutti i tempi. Di lui Leone disse: "Avevo bisogno più di una maschera che di un attore, e Eastwood a quell'epoca aveva solo due espressioni: con il cappello e senza cappello". I successivi Per qualche dollaro in più (1965) e Il buono, il brutto, il cattivo (1966) completano la "trilogia del dollaro", incassano cifre enormi, con la stessa vincente formula: l'accattivante colonna sonora di Ennio Morricone, le interpretazioni di Clint Eastwood, Gian Maria Volonté e Lee Van Cleef, e lo stile che ha reso famoso il grande cineasta, quella iperbolica dilatazione dei tempi narrativi, quei movimenti di camera che faranno dire a Quentin Tarantino: "Per quanto mi sforzi, non credo che riuscirò mai a girare qualcosa di così perfetto come l'ultima sequenza de Il buono, il brutto e il cattivo. Proverò a raggiungere quel livello, anche se non credo che ce la farò mai". Con C'era una volta il West (1968) Leone conferma e infrange nello stesso tempo i suoi schemi, inscenando la fine del West e del mito della Frontiera: l'icona Henry Fonda assume per l'occasione i tratti di un assassino feroce e inesorabile, Charles Bronson gli si contrappone in una cupa vicenda di vendetta e di morte. Dopo Giù la testa (1971), film sulla rivoluzione ambientato nel Messico di Villa e Zapata, con C'era un volta in America (1984) il cineasta dà vita al suo capolavoro: una storia di gangster e amicizia che si dipana per quasi quattro ore tra piombo e sangue negli anni ruggenti del proibizionismo con De Niro e James Woods. Solo cinque anni dopo Sergio Leone, a 60 anni, muore nella sua casa romana stroncato da un infarto mentre lavora a un nuovo progetto di film sull'assedio di Leningrado. Proprio in questi giorni Raffaella Leone, figlia del regista ha detto che presto si girerà Colt, il western mai realizzato da Leone e a Cannes, in pieno Festival (14-25 maggio), ci sarà l'annuncio ufficiale.

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