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domenica 27 agosto 2017

Notte della taranta, 200mila in Salento

Tanti ospiti internazionali da Susanne Vega a Gregory Porter per l'evento musicale dell'estate salentina (e non solo)


Quando a Melpignano partono le prime note di Kali nifta significa che tutto è compiuto. La taranta ha agganciato l'ultimo filo, dà la buonanotte in griko regalando l'ultima danza sfrenata e lascia che si contempli la perfezione della sua ragnatela. Ci sono cadute quasi 200mila persone, stavolta, a Melpignano: la Notte della taranta firmata da Raphael Gualazzi ha sfidato la paura e inneggiato alla pace, chiamando sul palco solo ospiti internazionali - Suzanne Vega; Gregory Porter; il sassofonista dei Rolling Stones, Tim Ries; il chitarrista di David Bowie, Gerry Leonard, la cantante israeliana Yael Deckelbaum - a eccezione degli unici pugliesi Boom Da Bash.




Il piccolo paese di Melpignano che in una notte passa da 2mila a quasi 200mila presenze ci ha fatto l'abitudine, ormai. Le file sono lunghe già dal pomeriggio ma gli spettatori sono pazienti. Tanti vengono da fuori regione e dall'estero, molti sono ragazzi in vacanza, i gruppi si accampano sul prato quando il sole è ancora alto. Tutti ad aspettare che l'esorcismo si compia.

La taranta immaginata da Raphael Gualazzi parte dal Salento e fa il giro del mondo: è molto potente e radicata al territorio, si presenta nella prima parte del concerto con gli arrangiamenti più fedeli alla tradizione, poi salpa e va altrove, si fa jazz sul finale di Santu Paulu, come jazz comanda lascia molto spazio all'improvvisazione dei musicisti - al sassofono di Ries come alle percussioni di Martinez - fa tornare Luka di Suzanne Vega e si fa raffinata e delicata con la voce di Gregory Porter.



Si mette il vestito migliore per i danzatori guidati dal maestro Luciano Cannito - le coreografie hanno a volte il sapore del teatro dell'opera - come per la prima ballerina della Scala, Nicoletta Manni, e per invitare alla pace con la preghiera di Yael Deckelbaum - sul palco con tutti gli ospiti. Ma poi torna al suo posto, il ragno. Sono le decine di migliaia di luci a led scelte quest'anno come scenografia a riportare tutto a casa: un semicerchio di 40 metri che richiama le luminarie delle feste patronali pugliesi, la cassarmonica dove si esibisce la banda di paese. E ancora una volta, quindi, come recita una delle pizziche più note, "la taranta è viva e non è morta".

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