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venerdì 6 aprile 2018

Assegno di mantenimento: carcere per i padri divorziati che non pagano

Eʼ entrato in vigore lʼart. 570 bis del codice penale che elimina i dubbi provocati da regole e sentenze contraddittorie. La norma però parla solo di divorziati: esentati i genitori non sposati.


Da oggi ai padri che non pagano l'assegno di mantenimento spetta fino a un anno di carcere o una multa fino a 1.032 euro. E' entrato in vigore l'art. 570 bis del codice penale che prevede le sbarre per i genitori che si sottraggono " agli obblighi di assistenza inerenti alla responsabilità genitoriale o alla qualità di coniuge". La norma elimina la stratificazione di regole e sentenze contraddittorie. Ma discrimina i figli dei genitori non sposati.

La norma inserita nel decreto legislativo 21 del 2018 sulla riforma del riordinamento penitenziario, infatti, specifica che il reato può essere compiuto da un coniuge. In questo modo sono esentati dal codice penale i conviventi. Un principio giuridico che ha cancellato una norma del 2006 che allargava l'obbligo di assegno di mantenimento anche per i genitori non sposati.

Secondo l'avvocato Marco Meliti, la nuova legge "ha il pregio di riordinare e fare chiarezza su una serie di interventi che avevano creato dubbi interpretativi". Chi non paga non andrà subito in carcere, ma diciamo che "la legge serve da ammonimento". Anche perché dopo "più sentenze il carcere è davvero un rischio". Secondo Meliti, "un punto oscuro rimane: si fa una distinzione tra i figli maggiorenni non indipendenti economicamente, nati all'interno di un matrimonio, e quelli nati da una coppia convivente, che invece non avrebbero l'obbligo a essere mantenuti".

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