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venerdì 12 ottobre 2018

Ecco come riconoscere il carburante giusto..



Da oggi se chiederete al vostro benzinaio di fiducia un pieno di «gasolio» potreste ricevere come risposta: «la preferisce B7 o B10?». Tranquilli, non vi sta proponendo uno scioglilingua. Queste sono le sigle imposte dalla nuova etichettatura europea sui diversi tipi di carburante: riguarda anche la benzina, il metano, il Gpl e, in futuro, l’idrogeno.

Le norme e le sigle
Un cambiamento che per molti automobilisti suonerà nuovo ma che, in realtà, arriva da lontano visto che la direttiva europea risale al 2014 (2014/94) e il nostro Paese l’ha recepita lo scorso anno con un decreto legislativo. Ora in ogni stazione di servizio sia sul distributore sia sulla pistola per l’erogazione ci saranno delle etichette che affiancheranno quelle tradizionali. Le nuove avranno delle lettere e numeri inscritti all’interno di tre forme geometriche: un cerchio per la benzina, un quadrato per il gasolio e un rombo per i combustibili gassosi. All’interno delle forme compariranno delle lettera e dei numeri: la «B» per il gasolio, più un eventuale numero che indica la percentuale di biocarburante oppure «Xtl» per il gasolio sintetico non derivante dalla raffinazione del greggio. Invece, i carburanti gassosi verranno indicati con un rombo e dentro: H2 per l’idrogeno; Cng per il gas naturale compresso; Lpg per il Gpl; Lng per il gas naturale liquefatto. Un discorso a parte merita la benzina. «In Italia — spiegano dall’Unione petrolifera (Up) — non viene distribuita addizionata con etanolo perché sul versante dei carburanti ecologici il biodiesel c’è da 20 anni. Per questo abbiamo puntato, in attuazione della normativa europea, sempre più in questa direzione. Quindi l’unica sigla per la “verde” sarà la “E” mentre all’estero un numero indicherà la percentuale di etanolo contenuta». In buona sostanza E5, E10 o E85, significherà che c’è il 5, il 10 o l’85 per cento di componente «bio». Da ieri, però, anche alcuni distributori italiani hanno già apposto l’etichetta con i numeri. Per quanto riguarda i veicoli elettrici è in preparazione una normativa specifica. Da oggi i simboli verranno apposti sui nuovi mezzi che usciranno dalle concessionarie e su quelli che saranno immatricolati: si troveranno accanto al tappo del serbatoio di carburante. Invece, nessun accorgimento è previsto per le auto già in circolazione.

I motivi
I motivi che hanno reso necessario le nuove norme sono diversi. «L’etichetta — si legge in una nota congiunta di Anfia, Up, Confindustria Ancma e Assopetroli — vuole essere semplicemente uno strumento visivo per aiutare i consumatori nella scelta del carburante appropriato per il proprio veicolo». In particolare per Up: «Il cambiamento nasce anche dall’esigenza di rendere uniforme, in un contesto di sviluppo dei carburanti alternativi, le etichette in Europa, evitando confusione nei rifornimenti tra un Paese e l’altro».

La trasparenza
C’è anche un aspetto di trasparenza verso i consumatori. «Questa nuova normativa — argomenta Martino Landi, presidente di Faib-Confesercenti — avvicinerà la rete italiana agli standard europei, dando al consumatore certezza sulla qualità e composizione dei prodotti che immette nel serbatoio del proprio veicolo. Inoltre, consentirà di alimentare i motori delle auto che sono sempre più sofisticati con il carburante che meglio si adatta. Le case costruttrici potranno indicare con precisione nel libretto d’istruzione quale diesel o benzina è più appropriata per quel tipo di veicolo».

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