Allarme inquinamento in mare al largo della Corsica a causa della collisione tra due navi avvenuta a circa 14 miglia da Capo Corso.
Dalle informazioni diramate dagli equipaggi delle due navi non risultano feriti, ma l'incidente ha provocato la fuoriuscita di centinaia di metri cubi di 'fuel oil' (olio carburante) che hanno prodotto una chiazza che si è estesa in mare per circa venti chilometri.
Immediato è scattato l'allarme inquinamento, con le autorità francesi che hanno preso il coordinamento degli interventi e hanno coinvolto anche l'Italia. Nello specchio di mare si sono recate diverse unità dei due Paesi, tra cui mezzi specializzati nelle operazioni di contenimento delle sostanze inquinanti e nella bonifica delle acque.
"Al momento si evidenzia una sostanziale stazionarietà del carburante presente in mare rispetto al punto di rilascio". Lo sottolinea l'assessore all'ambiente della Regione Liguria, Giacomo Giampedrone, che - a seguito della collisione avvenuta a nord di capo Corso fra la portacontainer Cls Virginia e il traghetto Roro Ulysse della Ctn - si è attivato attraverso l'Agenzia regionale di protezione ambientale per fornire "una specifica modellistica che simula il comportamento della macchia inquinante in mare".
La collisione, secondo quanto riferito dalla capitaneria di Genova, è avvenuta tra la motonave tunisina Ulisse, che trasporta camion e auto, e la motonave portacontainer Cls Virginia, battente bandiera cipriota. Ed è proprio da quest'ultima nave che si è sversato in mare il carburante. Dai primi accertamenti sulla dinamica sembra che la Cls Virginia fosse ferma all'ancora al momento della collisione. La Ulisse, per motivi che devono essere chiariti, non ha visto il cargo è lo ha colpito su una fiancata.
La centrale operativa della Guardia Costiera italiana, su direttiva del ministro dell'Ambiente italiano, ha disposto l' invio nella zona di diverse unità navali e anche di un velivolo Atr42 per l'attività di monitoraggio. Tra i mezzi di soccorso andati sul luogo dell'incidente ci sono anche tre unità navali d'altura della società Castalia adibiti al contenimento dello sversamento: la Nos Taurus partita da Livorno, la Bonassola da Genova e la Koral da Olbia.
La capitaneria di porto di Livorno ha confermato che l' intervento riguarda lo sversamento di carburante e ha annunciato che nella zona della collisione si sono dirette anche tre motovedette d'altura della guardia costiera, di cui una da Livorno, Nave Ingianni CP 409, che fa base nel porto toscano. Le operazioni, da quanto si apprende, riguardano la posa di panne di contenimento per limitare lo spostamento degli idrocarburi e la bonifica delle acque.
Parigi: 'Fuga carburanti sotto controllo' - La fuga di idrocarburi dopo lo scontro vicino alla Corsica tra due imbarcazioni, una tunisina e l'altra cipriota, "è sotto controllo": lo ha detto il ministro francese per la Transizione Ecologica, Francois De Rugy, intervistato a metà giornata da BFM-TV. Il responsabile del governo francese si recherà prossimamente sul posto. Per aspirare la chiazza di carburante estesa su 20 km, sono state mobilitate imbarcazioni di Italia e Francia. Le operazioni anti-inquinamento dureranno ancora diversi giorni.
Commissione Ue: 'Seguiamo sviluppi' - La Commissione europea segue e monitora la vicenda della collisione tra le due navi al largo della Corsica, con fuoriuscita di carburante. "Siamo informati della collisione e insieme all'Agenzia europea per la sicurezza marittima stiamo monitorando gli sviluppi, in particolare per quanto riguarda la pulizia della marea nera", ha affermato un portavoce dell'esecutivo comunitario, e "siamo in contatto con le autorità italiane". Il portavoce ha quindi ricordato che "non sono stati segnalati feriti né vittime".
E' in corso da parte di una delle imbarcazioni italiane il recupero del materiale inquinante fuoriuscito da una delle due navi che si sono scontrate ieri al largo della Corsica. Lo rende noto la Guardia Costiera italiana che, sotto il coordinamento delle autorità francesi, sta partecipando alle attività di messa in sicurezza del tratto di mare dove si è verificato l'incidente. Del recupero si sta occupando uno dei tre mezzi antinquinamento della Castalia, la società convenzionata con il ministero dell'Ambiente. Continua inoltre il monitoraggio della zona da parte dei mezzi aerei e navali della Guardia Costiera e sono stati acquisiti anche una serie di elementi di carattere tecnico sulle due unità coinvolte nell'incidente.
Greenpeace: 'Tutelare Santuario dei cetacei' - Introdurre norme "precise sulla protezione e sulla tutela del Santuario dei Cetacei è una scelta non più rinviabile". Lo chiede il direttore delle Campagne di Greenpeace Italia, Alessandro Giannì, dopo l'incidente fra due navi nelle acque a nord della Corsica, "in pieno Santuario internazionale dei Cetacei" (il triangolo di mare racchiuso tra Nord della Sardegna, Corsica, Toscana e Liguria, fin quasi a Tolone, in Francia) dove "sono stati osservati sia la balenottera comune che il capodoglio". "Le nostre preoccupazioni si sono avverate" afferma Giannì, osservando che l'incidente è avvenuto "tra imbarcazioni che dovrebbero esser dotate delle migliori tecnologie e in condizioni meteorologiche assolutamente ideali. In attesa dei risultati dell'indagine che deve accertare le responsabilità, ora possiamo solo sperare che le delicatissime procedure per disincastrare le due navi riescano ad evitare ulteriori dispersioni di combustibile in mare e, soprattutto, l'affondamento della portacontainer". Il momento più delicato sarà quando si dovranno separare le due navi, osserva Greenpeace in una nota, "a quel punto si potrebbero verificare importanti sversamenti di idrocarburi che sarà necessario arginare. Si tratta del combustibile navale (in particolare della portacontainer cipriota) che usualmente contiene elevati quantitativi di sostanze tossiche e cancerogene (Idrocarburi Policiclici Aromatici e altro). Questo incidente, purtroppo, conferma la vulnerabilità dell'area, soggetta a intenso traffico navale e funestata da ripetuti incidenti. Purtroppo, gli allarmi lanciati da Greenpeace e da molti altri sono rimasti inascoltati e ben pochi passi avanti si sono fatti per garantire la sicurezza dei trasporti nel Santuario". Greenpeace ricorda infine che si batte da anni affinché il Santuario dei Cetacei "sia protetto sul serio e non solo sulla carta" e auspica "che questo ennesimo incidente non si riveli l'ennesimo disastro ambientale prevedibile".
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