Bocciata pure la domanda del marito. No anche dell'Inps
Lucia, la più piccola dei quattro figli di Totò Riina, ha fatto domanda al Comune di Corleone, dove vive dal '93 dopo l'arresto del padre, per avere il bonus bebè, un assegno riconosciuto dall'amministrazione a chi versa in precarie condizioni economiche.
Il Comune, sciolto per mafia e attualmente retto da tre commissari, ha risposto di no, usando motivazioni formali: la domanda della donna trentacinquenne è stata ritenuta incompleta; mentre è arrivata fuori termine la domanda presentata dal marito di Lucia, Vincenzo Bellomo.
Il no, è stato ribadito dall'Inps, che non ritiene la coppia così povera, da poter usufruire dell'assegno. Lucia, quattro anni fa, in pieno agosto, in un'intervista alla televisione della Svizzera francese Rts, fece divampare le polemiche, perchè scelse Ginevra, come meta del suo primo viaggio all'estero. Poi disse di essere dispiaciuta per le vittime, ma onorata e felice di portare il cognome di suo padre. Le famiglie delle vittime di mafia insorsero, e da quel momento Lucia tornò nell'ombra, prima di questa bizzarra richiesta, quasi un'ostentazione di normalità, che mal si concilia con quanto sosteneva il padre, in una conversazione intercettata in carcere. Totò Riina disse: Se recupero un terzo di quello che ho, sono sempre ricco.
Lucia Riina durante l'intervista alla televisione svizzera |
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